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21 ottobre 2012

UK: SILENE DIOICA - RED CAMPION, IL FIORE DELLE FATE

Silene dioica (Red Campion).


CLASSIFICAZIONE
Regno: Plantae (Piante)
Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari)
Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi)
Divisione: Magnoliophyta (Piante con fiori)
Classe: Magnoliopsida (Dicotiledoni)
Sottoclasse: Caryophyllidae
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Caryophyllaceae
Genere: Silene
Specie: Silene dioica


Una delle piante caratteristiche della Gran Bretagna (UK) è sicuramente la Red Campion (Silene dioica), della famiglia delle Caryophyllaceae.
Il nome Campion, con diversi aggettivi, è usato per varie piante simili e deriva da un'arcaica forma della parola inglese champion (campione): questo perché una pianta di genere affine (Lychnis coronaria) si riteneva venisse usata nei tempi antichi per fare ghirlande con cui ornare i campioni sportivi, e venne battezzata Rose Campion. Nel mondo anglosassone la S. dioica è conosciuta con altri numerosi appellativi, dei quali vi cito due tra i più curiosi e comuni: Red Catchfly (Acchiappamosche Rossa) a causa della peluria appiccicosa che ricopre steli e calice, e che riesce ad intrappolare gli insetti più piccoli, e Bachelor Button (Bottone dello Scapolo) per motivi che saranno spiegati più avanti (anche fiori di altre specie condividono lo stesso soprannome). La sua nomenclatura botanica è altrettanto vasta, perché negli anni è stata inclusa da vari scienziati in diversi generi, quindi possiede numerosi sinonimi tra i quali i più conosciuti sono Lychnis dioica e Melandrium rubrum. In italiano è chiamata semplicemente Silene, oppure LicnideGittone delle Macchie, Orecchie di Lepre, Gittaione Rosso. Come accade spesso i nomi italiani delle piante possono generare confusione, ed infatti vengono chiamate Gittone ed Orecchie di Lepre anche altre specie di Silene, come la S. vulgaris e la S. alba. Un equivoco potenzialmente pericoloso riguarda invece il termine Gittaione: infatti questo sarebbe in realtà il nome dell'Agrostemma githago, un'altra Caryophyllacea che però è velenosa. Lo scambio di nomi è dovuto alla forte somiglianza tra molte piante dello stesso genere e della stessa famiglia.



Silene dioica: particolare del calice rigonfio e della peluria.

La S. dioica è una pianta erbacea, perenne, molto diffusa nell'emisfero boreale fino alle zone subartiche: quindi Europa (e, naturalmente, isole Britanniche), Asia occidentale, America settentrionale, sono tutte zone di colonizzazione di questa pianta. Le singole piante hanno fiori di un solo sesso, o maschile o femminile: da qui il nome della specie (dioica), termine scientifico che deriva dal greco e significa letteralmente "due case", nel senso della necessità di avere due piante con fiori di sesso opposto per la moltiplicazione. Come già accennato il calice che porta il fiore è rigonfio e ha quindi la forma di un palloncino, e come lo stelo è ricoperto di peluria appiccicosa sulla quale possono rimanere attaccati gli insetti di piccola taglia in cerca di nettare: questa proprietà aiuta la riproduzione, perché in questo modo il nettare viene risparmiato per attirare insetti più grandi e con maggior capacità di trasportare o scuotere il polline. La S. dioica cresce di preferenza su terreni umidi e ricchi di sostanze nutritive, a base calcarea ed a reazione alcalina (cioè con ph maggiore di 7.0), posizionata in ombra luminosa o sole parziale: quindi boschi, basi di siepi, bordi di strade, o anche prati e pascoli sono tutti ambienti adatti a questa pianta. Man mano che ci si sposta verso habitat settentrionali cresce anche la capacità di vegetare in pieno sole; e mentre i singoli esemplari abbisognano di umidità costante, piante molto folte possono anche superare moderati periodi di siccità. Fiorisce da primavera fino ad estate inoltrata, ed a volte è possibile una seconda fioritura autunnale. Le radici possiedono sostanze chiamate saponine, e quindi (come suggerito dal termine stesso) possono essere impiegate nella produzione di saponi vegetali. Il nome del genere, cioè Silene, ha etimologia incerta: secondo alcune fonti deriva dal greco antico sialon (saliva), riferito alla sostanza appiccicosa che ricopre gli steli, secondo altre dal dio greco ubriacone e panciuto Sileno (a causa del calice rigonfio).

Nel Gaelico di Mann (Isola di Man) la Red Campion viene chiamata Blaa ny Ferrishin (Fiore delle Fate), quindi è chiaramente legata al mondo Celtico del soprannaturale anche se, purtroppo, nelle mie ricerche non ho trovato leggende specifiche colleganti la pianta a questa Isola in particolare: tutto quello che ho saputo al riguardo è che in quel luogo cogliere una S. dioica porta sfortuna, in quanto scatenerebbe l'ira delle fate contro il malcapitato coglitore. Comunque sono molte le credenze circolanti nelle Isole Britanniche sul Fiore delle Fate, e come ogni pianta "magica" anche questa ha le sue presunte qualità protettive,terapeutiche e propiziatorie (naturalmente non comprovate). Infatti si credeva che i suoi semi macinati fossero un rimedio contro i morsi di serpente; che gettare uno dei suoi fiori contro uno scorpione gli avrebbe impedito di usare il suo pungiglione; che curasse i calcoli e addirittura la peste; oltre che attirare su di sé la sfortuna, coglierne un fiore avrebbe potuto scatenare il tuono, o persino causare la propria morte; le fate lo userebbero come guardiano per le loro scorte di miele. Il fiore di Red Campion sarebbe anche un indicatore ed un talismano d'amore, e questo spiega l'appellativo Bachelor Button (Bottone dello Scapolo): indossato da un ragazzo innamorato, se fosse appassito in fretta avrebbe voluto dire che non era ricambiato dall'amata, mentre indossato da una ragazza avrebbe attirato l'amore dell'uomo ambito. Esiste veramente, in sartoria, un tipo di bottone chiamato Bachelor Button, con un gambo pronunciato e più o meno rigonfio ispirato nella forma a questo fiore.

Per concludere, come accennato sopra nel paragrafo dedicato alla nomenclatura, la S. dioica si trova anche in tutta Italia (con l'esclusione di Sardegna, Sicilia e Calabria), ed il suo habitat è compreso tra i 400 ed i 2300 metri di altitudine.