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3 settembre 2013

IL MAGICO MONDO DEL FOXGLOVE - DIGITALIS PURPUREA -DIGITALE


Digitale (Foxglove - Digitalis purpurea).

CLASSIFICAZIONE
Regno: Plantae (Piante)
Sottoregno: 
Tracheobionta (Piante vascolari)
Superdivisione: 
Spermatophyta (Piante con semi)
Divisione: 
Magnoliophyta (Piante con fiori)
Classe: 
Magnoliopsida (Dicotiledoni)
Sottoclasse: 
Asteridae
Ordine: 
Scrophulariales
Famiglia: 
Scrophulariaceae
Genere: 
Digitalis
Specie: Digitalis purpurea 

La spettacolare digitale (Digitalis purpurea), della famiglia delle Scrophulariaceae, è chiamata in inglese foxglove e anche common foxglove, o purple foxglove specialmente negli USA. È una pianta selvatica con caratteristici fiori porpora tubolari, a forma di campanula, distribuita nelle zone temperate di Europa, Asia e America, che per la sua bellezza è anche coltivata come pianta da giardino.

La digitale è una pianta biennale che nel primo anno produce solo la parte fogliare, mentre nel secondo cresce un lungo stelo centrale da dove nascono i numerosi fiori, distribuiti lungo tutto lo stelo; ci sono diverse specie di questo genus, molte biennali ed alcune perenni. Questa pianta vive su terreni a base neutra o acida (la crescita migliore si ottiene comunque su suolo acido), e nelle zone dove è presente la si può trovare indifferentemente nei boschi, in spazi aperti, ed anche su alture o scogliere. La sua esposizione può variare quindi senza problemi dall'ombra completa al pieno sole, anche se quando è coltivata nelle zone con estati molto calde è preferibile comunque l'ombra (mezza o completa). Non abbisogna di molta acqua, quindi le irrigazioni possono essere anche scarse (ma che devono aumentare, sempre nelle zone con estati torride).

La digitale rientra nella categoria delle cosiddette piante pioniere, perché ha la capacità di colonizzare per prima i terreni che per qualche motivo traumatico ed improvviso rimangono senza vegetazione (in inglese esiste una precisa definizione botanica per questi casi: disturbed grounds o disturbed soils [terreni disturbati]). Caso tipico è quello di un bosco distrutto da un incendio, o disboscato, dove la digitale (eventualmente assieme a piante della stessa capacità) si diffonde largamente nella zona; eventualmente, in seguito, altri vegetali non pionieri o gli alberi ripiantati e/o rinati potranno riprendere il sopravvento sulla digitale instaurando un nuovo equilibrio. La capacità pioniera di questa pianta è favorita in larga parte dalla massiccia produzione di semi, che possono raggiungere anche i 2 milioni per esemplare.

Come accennato il fiore è tubolare, con i vari organi contenuti all'interno, e sulle sue pareti interne sono presenti numerose macchie color porpora scuro, esteticamente molto belle ma che hanno la funzione primaria di guidare le api verso il polline. Infatti queste macchie risaltano molto nell'ultravioletto, lunghezza d'onda luminosa alla quale sono sensibili gli occhi di questi insetti. Se ce ne fosse bisogno, un'ulteriore prova della complessità e dell'altissima specializzazione di forme di vita che noi umani consideriamo inferiori e primitive.


Le tipiche macchie interne del fiore di digitale.

Un'ape entra in un fiore di digitale.


A molti il nome digitale ricorderà i libri gialli e la medicina. Infatti questa pianta possiede diversi principi attivi che agiscono sul cuore: presi nella giusta dose possono curare gli scompensi cardiaci, ma in quella sbagliata possono essere mortali. La digitale è quindi una pianta sia velenosa che officinale. Le sue capacità medicinali (sia curative che venefiche) erano note a diversi popoli già in tempi antichissimi: ad esempio i Romani usavano il veleno di digitale per uccidere i topi (e sicuramente anche le persone scomode), così come varie popolazioni del Nord Europa lo usavano come cardiotonico, per guarire ulcere della pelle, e anche malattie polmonari. La digitale appare come mortale protagonista in varie storie poliziesche, tra cui anche un episodio del famoso Tenente Colombo.

La digitale, come tantissime altre piante selvatiche (ed in special modo quelle con proprietà medicinali) è presente nel folklore e nella tradizione magica dei vari popoli Nord Europei tra i quali era nota. Parlando in particolare del mondo Celtico, questo vegetale è legato a leggende di fate (fairies, singolare fairy), spiriti (sprites, singolare sprite), folletti (pucks, singolare puck), elfi (elves, singolare elf) e morti (questi ultimi a causa della sua velenosità), ed è conosciuto con moltissimi nomi diversi nelle varie zone dove cresce. La particolare forma del fiore lo fa assomigliare a una campana, ad un ditale, ad un cappello o anche ad una specie di guanto, tutti oggetti che troviamo, assieme alle entità citate prima, in svariati appellativi. In alcune storie il fiore di digitale è il classico cappello di fate e folletti (fairy cap), in altre le fate lo usano come abitazione, in altre ancora è il guardiano del mondo fatato. Il fiore di digitale può proteggere gli umani dai dispetti e dalle malignità degli esseri soprannaturali, oppure essere dannoso per quelli che lo distruggono o lo colgono. Le sue caratteristiche macchie non sarebbero altro che le impronte lasciate dalle dita delle fate. Un fiume di leggende che attraversa Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Isola di Man, sicuramente alimentato anche dal fatto che la digitale è diffusa nei boschi, tradizionalmente casa delle fate e dei folletti.

L'esotico interno, con i vari organi, di un fiore di digitale.

Il nome inglese "ufficiale" foxglove letteralmente significa guanto di volpe, anche se la sua etimologia è incerta: fare qui un elenco delle varie teorie sarebbe cosa davvero lunga, quindi mi limito all'essenziale. Il nome può essere legato ad una leggenda nella quale alcune fate diedero il fiore di digitale alle volpi, per infilarlo nelle loro zampe così da attutire il loro rumore durante la caccia. Ma foxglove più probabilmente è una storpiatura di Folk's glove [guanto del Popolo]: per "popolo" si intende il Popolo delle leggende Celtiche per antonomasia, cioè il Little Folk [Piccolo Popolo], chiamato anche Hidden Folk [Popolo Nascosto], o anche Little Fellows [Piccoli Amici]. Questi sono tutti vari appellativi usati come nome collettivo che raggruppa le varie creature, a volte benefiche ma molto spesso dispettose o malvagie, del mondo delle fairies. Questi nomignoli sono tutt'altro che affettuosi o scherzosi: infatti conoscere il vero nome di una di queste entità, o peggio pronunciarlo, poteva avere conseguenze davvero spiacevoli, quindi si usavano tali appellativi. Spesso nei discorsi delle persone si alludeva a questi esseri chiamandoli semplicemente (e prudentemente) Themselves [Loro]Vorrei qui precisare che la figura della fata vista come una bella ragazza con le ali o come una simpatica vecchietta con la bacchetta magica, o quella del folletto visto come uno scherzoso nano che regala monete d'oro, sono abbellimenti favolistici di creature soprannaturali in origine molto spesso maligne, che stavano nascoste nei boschi tramando a danno degli umani con rapimenti di persone e bambini, incantesimi, uccisioni e (quando si era fortunati) dispetti. A volte aiutavano gli uomini, ma erano sempre comunque molto irritabili a alla minima contrarietà sparivano assieme ai loro benefici.

Il nome in gaelico di Mann (Isola di Man) della pianta di digitale è sleggan sleeu (con diverse lievi varianti nella scrittura e pronuncia: questo è il nome ufficiale dell'elenco delle piante selvatiche dell'Isola), che significa letteralmente coltello di montagna, un nome stranamente senza senso. Infatti quasi sicuramente la parola sleggan [coltello da macellaio] non è altro che il gaelico claggan [campanella], con il passaggio da c a s tipico della parlata di Mann. Quindi sleggan sleeu si può tradurre con campanella di montagna. Il fiore di digitale, come capita spesso, ha un suo nome specifico, molto meno poetico, che è mairane vaaish [ditale dei morti, o ditale degli spiriti], sempre a causa della forma floreale e della mortalità del suo veleno.