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6 luglio 2015

Il vaso di legno

Vasi per giardinaggio in legno

Dopo avere parlato di vasi di terracottavasi di plastica esaminiamo ora un altro materiale che può essere impiegato nella costruzione di contenitori per giardinaggio: il legno.

Per cominciare rassicuro i lettori: questo post non sarà un trattato di falegnameria. Per le varie tecniche di progettazione e fabbricazione vi rimando ad altri siti o libri: sull'argomento le pubblicazioni non mancano, e comunque costruirsi un vaso in legno è abbastanza intuitivo e alla portata di tutti. Qui si esamineranno soprattutto pregi e difetti del materiale.

Il legno è senz'altro un materiale bellissimo e naturale, che però può generare alcuni problemi che è meglio analizzare prima di avventurarsi tra seghe, chiodi e martelli (o prima dell'acquisto, se non siete amanti del bricolage).

Innanzitutto bisogna decidere se il vostro vaso di legno dovrà servire come un vaso vero e proprio (dove quindi metterete a dimora delle piante), oppure come semplice portavaso. Un portavaso è di solito usato per motivi più estetici che pratici, ed ovviamente non deve contenere direttamente terriccio al suo interno. Se volete costruire o comprare un vaso di legno dovrete prevedere i fori di drenaggio per lo scolo dell'acqua (se lo acquistate in negozio, non è detto che la ditta costruttrice ci abbia pensato, e quindi dovrete farveli da soli col trapano). Naturalmente dovrete avere anche un adeguato sottovaso. Nel caso vogliate un semplice portavaso, questi problemi non hanno ovviamente importanza.

Fatte queste premesse, quello che si dirà in seguito sarà riferito all'uso del legno per vasi in senso stretto, intesi cioè come contenitori in cui mettere direttamente terriccio e piante.

Il problema principale che riguarda il legno è il suo deperimento. Il legno grezzo non trattato si deforma, crepa e marcisce, tanto più nella pratica del giardinaggio dove è costantemente sottoposto a forte umidità, luce solare intensa e notevoli sbalzi di temperatura. Perciò bisogna pensare ad adeguati trattamenti di finitura e protezione per l'interno e l'esterno del vaso.
  • INTERNO: si deve provvedere alla sua impermeabilizzazione. Si possono usare vernici impregnanti, vernici bituminose od olio di lino cotto. Va da sé che le vernici sono prodotti chimici molto inquinanti e possono rilasciare nel terreno sostanze nocive (cosa da non sottovalutare, specie nel caso coltiviate piante commestibili). Oltre agli impregnanti con solventi chimici ve ne sono anche ad acqua. L'olio di lino è più naturale, ma la sua applicazione è un po' più difficoltosa e può richiedere anch'essa l'uso di solventi come alcool o trielina.
  • ESTERNO: vale generalmente quanto detto per l'interno, tenendo conto anche dell'estetica e delle condizioni climatiche. Quindi non si devono usare vernici bituminose: il loro colore nero è abbastanza brutto, ma soprattutto aumenterebbe l'assorbimento del calore irraggiato dal sole).
Per concludere, alcune considerazioni generali.

A seconda del tipo di legno usato e delle misure, il peso del prodotto finale può variare, ma sicuramente un vaso in legno peserà meno del corrispettivo in terracotta e più di quello in plastica.

Costruire o comprare un vaso in legno può essere molto costoso. Il prezzo del legno per bricolage è solitamente molto alto, a meno che non riusciate a procurarvi del materiale di scarto da qualcuno, senza parlare del costo degli attrezzi da utilizzare.

Se proprio volete usare vernice, olio e roba simile, seguite attentamente le istruzioni del rivenditore e/o della casa produttrice riguardo ad impiego, smaltimento e protezione personale (indossate sempre mascherina, guanti e occhiali). Apparentemente il legno è più ecologicamente sostenibile della terracotta e della plastica ma (problemi di deforestazione a parte) tenete presente che il legno trattato con vernici o impregnanti è un rifiuto inquinante. In altre parole non lo potete bruciare nel camino né tantomeno usare per scopi alimentari (ad esempio nei forni per pane o nei barbecue), perché produrrebbe gas molto tossici. In più, l'uso di vernici implica la produzione di scorie nocive "collaterali": stracci sporchi, pennelli, acqua per risciacquo, teli di plastica, solventi.

E poi fare lavori di falegnameria richiede un certo spazio che non tutti possiedono, specie chi vive in appartamento.